Il punto luce dell’abito
In questa pagina trovi GRATIS parte dei contenuti dedicati alla cravatta del manuale di eleganza
“L’eleganza non ha tempo” di Emidio Cesetti (Bazzi editore 2009) ACQUISTA
Nodo per cravatta
Equilibrio e proporzioni
Cavendish
Guarda il video per imparare a fare il nodo alla cravatta. Il nodo di cravatta presente nel video è il nodo Cavendish, si distingue da altri nodi per la sue eleganti e raffinate proporzioni.
Questo nodo di cravatta ha delle linee perfette, si adatta ad ogni tipologia di colletto di camicia e per ultimo, un dettaglio molto importante, rimane sempre ben legato e stretto. Il nodo non si scioglie facilmente e rimane sempre ben posizionato al centro della camicia.
Semplice
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Qualità
Tradizione e storia
La qualità di una cravatta si riconosce da quattro elementi, la tipologia dalla seta utilizzata per il rivestimento esterno, il tipo di anima ossia lo scheletro interno e il metodo di confezionamento.
Una cravatta di scarso valore è riconoscibile alla vista da alcune caratteristiche, per esempio tende a girarsi e non rimane bene stesa quando viene indossata, può risultare eccessivamente inconsistente o troppo spessa al tatto, il nodo non mantiene e si scioglie facilmente, si creano dei pelucchi sulla pala, la parte frontale, che formano una antiestetica peluria.
La cravatta può essere confezionata a macchina o manualmente, con il filo di chiusura a vista per esempio a punto croce. Altro dettaglio che distingue la cravatta artigianale da quella industriale è l’utilizzo della stessa seta nella parte posteriore invece della fodera.
L’anima rappresenta una parte fondamentale della struttura della cravatta, ossia lo scheletro interno su cui viene cucita il pezzo di seta che lo riveste. Il materiale utilizzato per una cravatta di qualità è la lana è non il sintetico, che viene spesso utilizzato da aziende industriali. Le cravatte di alta qualità sono confezionate soltanto utilizzando la migliore lana in circolazione, la lana dona maggiore struttura alla cravatta incrementando la tenuta del nodo e della pala, la parte frontale. Le cravatte di bassa qualità sono realizzate utilizzando materiale sintetico, questo crea delle antiestetiche onde sulla pala e la cravatta tende a girarsi e a non rimanere ben stesa.
Cravatta su misura
Il gioiello del guardaroba
La cravatta su misura può essere confezionata in tre modi: completamente a mano, a macchina con rifiniture a mano e interamente a macchina. La cravatta artigianale è confezionata dal cravattaio solo con procedimenti manuali ed utilizzando solo seta tessuta che è caratterizzata dalla lavorazione dell’armatura, ossia la modalità di intrecciare i fili dell’ordito con quelli della trama. Questa seta, sicuramente più costosa di quella stampata, non solo regala alla vista sfumature di luce, di ombre e di colori uniche e che si modificano a seconda delle diverse prospettive dalle quali si osserva la cravatta, ma anche quella che gli intenditori chiamano una bella mano, ossia una gradevole e particolare sensazione trasmessa al tatto.
La cravatta su misura può essere di due tipologie: cravatta tradizionale, cucita unendo i due pezzi di stoffa esterni insieme con l’anima o triplure, e la cravatta sette pieghe, creata con un unico pezzo di stoffa e senza triplure.
La cravatta sette pieghe non ha la triplure perché i bordi vengono ripiegati manualmente sette volte, quattro su un lato e tre sull’altro, prima di venire cuciti a mano dal cravattaio, e la sua caratteristica principale è la maggiore quantità di seta utilizzata.
Nella cravatta tradizionale, la qualità della manifattura è influenzata anche dal materiale scelto per la triplure che deve essere di lana e non sintetico. Questo elemento conferisce alla cravatta una bella mano, un’ottima tenuta e consistenza del nodo, una perfetta caduta dei lembi che permette di evitare lo stropicciamento e l’incurvatura della cravatta, ed un’ottima ripresa della forma una volta sciolto il nodo. La prima fase per confezionare la cravatta tradizionale è quella del taglio della stoffa. Questa operazione deve avvenire manualmente, seguendo una linea a 45° rispetto alla cimosa, al fine di evitare cedimenti delle trame dei tessuti e per evitare che la cravatta finita si avviti su se stessa. Si assemblano manualmente i due lembi, ossia i due ritagli del tessuto esterno, quindi si passa alla ribattitura delle cuciture con il ferro da stiro e, di seguito, alla cucitura delle fodere alle estremità dei lembi. La fase successiva, con l’inserimento dell’anima e la chiusura della cravatta, è quella più delicata. Viene eseguita manualmente dal cravattaio attraverso un’attenta e minuziosa cucitura longitudinale, con l’utilizzo di un lungo filo chiamato filo di riserva, per fissare la pala (la parte più larga o frontale), il codino (la parte più stretta o posteriore) e l’anima. L’ultima operazione consiste nel far rientrare le due estremità della triplure nelle tasche formate dai due pezzi di fodera.